LA CUCCIA - di GIUNTA ANTONIO

09.04.2016 23:35
12.12.2015 06:37
 
 
 
 
La cuccìa è legata al culto di Santa Lucia e la sua preparazione è un rito di tante famiglie non solo siciliane, ma anche di buona parte del Mezzogiorno e del resto d’Italia. Tante sono le storie e leggende che legano il cibo alla festa del 13 dicembre. Si narra che, diversi secoli fa, in Sicilia, dopo una lunga carestia, arrivò nel porto di Palermo o Siracusa (si discute ancora, su questo dilemma), una nave carica di grano proprio il giorno di Santa Lucia. L’evento fu accolto dalla popolazione stremata come un aiuto divino. Il grano fu subito distribuito e la gente, affamata, per non perdere ancora del tempo per macinarlo e trasformarlo in farina e poi in pane o pasta, lo cucinò così com’era. Da allora, in segno di riconoscenza, il giorno di Santa Lucia, ritenuta l’artefice del miracolo, non si mangiano pane e pasta, ma “si cuccìa” dal verbo “cucciari” derivato da “còcciu” cosa piccola, chicco.
Questa è una ricetta antica 500 gr. di frumento di grano duro - 100 gr. di ceci - 2 scorze di arancia - 4 foglie di alloro - 1/2 bacchetta di cannella.
Per il condimento 200 cl di vino cotto due giorni prima della festa il frumento e i ceci vanno messi a bagno in acqua fredda per almeno 24 ore.
2) Il giorno prima della festa (il 12 dicembre) cambiare l’acqua e sempre in acqua fredda mettere il frumento, i ceci e gli aromi: arancio, alloro e cannella.
3) Portare a cottura e poi lasciare a fuoco spento la pentola con coperchio chiusa avvolta in una coperta di lana.
4) Il giorno di Santa Lucia, 13 dicembre, di mattina presto si scola la cuccia facendola asciugare bene e poi si condisce con il vino cotto secondo la tradizione dell’entro terra trapanese.
 
 
di Antonio Giunta