ERA UNA PICCIRIDDA........ di VINCENZO LA LIA
10.04.2016 19:46
19.11.2015 21:22
Era una picciridda nasciuta in un posto dove sule e terra hanno lo stesso colore ma cresciuta e pasciuta , sutta lo stesso suli e supra la stessa Terra ,unni è nato e Crisciuto Giovannino Franzo', la prima volta che la vide da luntano resto' talmente alluccuto dalla sua bellezza da pinsare che fosse un apparizione mariana e alla domanda ( me lo dici come ti chiami ?) la risposta che ne seguì (io sono Fatima ) gli diede conferma che forse quella picciridda era davvero la bedda Matri santissima ! Gli
bastava taliarla in quegli occhi nivuri , nivuri comu lu carbuni , ca ri dintra e dintra ci accuminciava a vutare e svutare lo stomaco, il cuore accuminciava a battergli accussi forte da fargli temere che anche l'avutri potessero sentirlo e talmente era granne l'emozione che in un corpo di sale, addivintava russu russo come una paparina.
Erano della stessa classe alimentare , ma di razza e religioni diversa e si abbiliava , perché per volere di quella sdisanurata della maestra ,non era addivintata sua compagna di banco , l'infame le aveva imposto ,di assittarsi allato a Ciccio Marciano' perché sosteneva fosse un pochettino scecco, nelle cose della scuola e allora visto che Fatima, era la più brava della classe, ci doveva aiutare a farlo addivintare bravo .
Giovannino anche se ancora era un picciriddo, di né più né meno 10 anni di età , già faceva pensieri da menzo cristiano e malgrado a casa, i suoi genitori gli avevano ditto ( Quando esci con la bicicletta ,devi arricamparti a casa quando ancora u suli è supra il pizzo della muntagna ,unni va a tramontari ,perché poi con lo scuro, ti possono arrubbare i Marocchini ,parenti di quella picciridda che viene a scuola con te ) lui era lo stesso fermamente convinto che prima o dopo si sarebbero fatti, prima ziti e poi maritati e pensava che i suoi genitori, in fondo in fondo gli dicevano quelle cose, solo per scantarlo e farlo tornare a casa presto. Ma un altro ostacolo si iterponeva al suo sogno amoroso, era quello scecco di Ciccio che forse per spirito di gratitudine o forse semplicemente ,perché quei lineamenti di Fatima, gli facivano ricordavano le odalische dalle mille e una notte ,anche lui finì incastrato nella morsa di quegli occhi della piccola ammaliatrice. Cosa che non passò inosservata a Giovannino e sopporta oggi, sopporta domani ,quel giorno quell'allisciata ai capelli di Fatima, scatenò in lui una botta di raggia mista a gelosia, oramai accumulata da misi e misi . Altro che guanto di sfida, oramai l'offisa ricevuta per Giovannino ,era peggio di un muzzicune nall'aricchia, da attipo cavalleria rusticana , la vendetta per Ciccio si preannunciava dura ed amara; così preso un pizzino di carta gli scrisse ( gran cornuto che sei , ci vediamo alla nisciuta della scuola ) lo agghiummario' è glielo lancio' sul banco.
Oramai era guerra dichiarata e si sa in amore e in guerra tutto è permesso, la controrisposta pure con tanto di pizzino agghiummariato a forma di palla ,fu' altrettanto celere e non meno cruenta ( cornuto tu e tutta la tua razza, alla nisciuta ti faccio avvirire io ).
L'eco della notizia giro' tutta la scuola classe per classe ( oggi alla nisciuta della scuola Giovannino e Ciccio si romperanno le corna, perché tutti e due vogliono come Zita alla Marocchina ) ma si sa le notizie hanno le cosce longhe e corrono veloci ,quindi allo stesso modo, la notizia inevitabilmente arrivò anche alle aricchie della contesa . Al suono della campana che segnava la fine delle lezioni, solitamente era un gran correre di picciriddi, urlanti e scaccanianti con gli zaini che ci sguazzariavano sulle spalle ma quel giorno i ritmi furono più lenti, più composti, sembrava attipo un film di Sergio Leone, uno di quello che parla di far West, uscirono disponendosi lateralmente sulle scale che invitavano alla scuola, lasciando un corridoio centrale per i due duellanti , che con passo e movenze da moviola, scesero dalla scala uno allato all'altro ma senza Taliarsi in faccia, poi all'unisono come quando due pistoleri, sfoderano la pistola dal Federo, si taliarono con sguardo arraggiato, arrapparono il naso , fecero volare a terra le cartelle dalle spalle, agghiummariarono le mani fino a formare due pugni e assunta la posizione di due lottatori di sumo, inizio' la lotta tra vuciate (cornuto t'ammazzu, cornuto t'ammazzu ) ammuttatine e timpolate e pugni come se dal cielo chiovessero lignate. Proprio quando i due erano inturcioniati, l'uno all'altro come due scursuna che stanno amoreggiando, una voce ferma e decisa tuono' ( firmative, firmative , pezzi di babbasuna, perché vi state sciarriando? ) la voce prese corpo e svincolandosi dalla piccola folla che si era creata attorno, apparve la piccola Fatima. I due un po per vergogna, un po per orgoglio e in coro (le sciarre tra masculi non sono cose che interessano alle femmine ).
La picciridda li guardo' è in un sussulto di movimenti gesticolati e di parole esclamò quello che nessun parrino da nessun pulpito ne' tantomeno nessun imam da nessuna moschea aveva mai professato ( Che sia per dio o per Allah o anche per una picciridda comu a mia se è vero amure non genera odio ).
di Dott. Vincenzo La Lia